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The normal heart

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Agli inizi del 1981, Ned Weeks, famoso scrittore di New York e dichiaratamente omosessuale, si reca a Fire Island Pines (Long Island), meta turistica gay, per festeggiare il compleanno dell'amico Craig Donner.
Alla festa a casa di Craig Donner sono presenti anche altri amici: Mickey Marcus e Bruce Niles, il quale ha cominciato ad uscire assieme a Craig negli ultimi mesi e che in passato aveva avuto un trascorso anche con Ned. Craig appare un ragazzo forte, sano e nel pieno della gioventù anche se, in due episodi, sembra che qualcosa lo stia lentamente consumando: in spiaggia collassa dopo una corsa e viene soccorso da Ned, Bruce e Mickey; mentre alla festa continua ripetutamente a tossire.
Tornato a New York, Ned, che durante il viaggio di ritorno aveva letto un articolo del New York Times riguardo ad "una particolare forma di cancro che aveva colpito 41 omosessuali", va a farsi visitare dalla dottoressa Emma Brookner, costretta sulla sedia a rotelle a seguito della poliomielite.
Nella sala d'attesa, Ned incontra Sanford, il quale presenta in volto le macchie del sarcoma di Kaposi. Visitato dalla Brookner, Ned non riscontra nessuno dei sintomi della malattia e intrattenendo un dialogo con la dottoressa, gli viene chiesto dalla stessa di utilizzare le sue conoscenze per sensibilizzare la comunità gay a prendere precauzioni.
La malattia infatti si sta rapidamente espandendo e la trasmissione sessuale, visto la promiscuità, li rende tutti facilmente esposti al contagio. I due si scontrano sul tema dei rapporti sessuali...
Assieme alla dottoressa Brookner, l'uomo visita alcuni pazienti, ormai allo stato terminale della malattia presso l'ospedale, rendendosi conto di quanto la gente abbia paura del contagio. È stata infatti isolata un'area solo per gli affetti da GRID: Gay-Related Immune Defiency, il nome che poi verrà mutato in AIDS.
Ned, all'università di Yale, guarda ballare coppie omosessuali di uomini e donne, finalmente liberi di esprimere la loro sessualità, cosa che quando lui era studente non aveva potuto fare. Mentre Tommy toglie varie tessere dal rolodex (tra cui quella di Bruce) e le mette nel cassetto, alcune frasi informano che il presidente Ronald Reagan fece un annuncio dichiarando il problema dell'AIDS una priorità per il governo solo nel 1985, dopo sei anni dall'esplosione della malattia.
I suoi sforzi non furono sufficienti e alla fine del 1986 le morti accertate ammontavano a 24.559. Dall'inizio dell'epidemia nel 1981, più di 36 milioni di persone sono morte di HIV/AIDS e più di 6.000 vengono infettate ogni giorno.
(dal web)


Ambientato durante i primi giorni dell'epidemia di AIDS, il film e' un racconto appassionato su Ned Weeks. Una commovente denuncia dell'ignoranza e della paura che portarono in tutto il mondo la piaga che oggi esiste.
Il film è ambientato negli anni Ottanta, quando la malattia ha iniziato a colpire pesantemente la comunita' gay di New York, citta' in cui vive il protagonista, lo scrittore/attivista Ned Weeks (incarnato da Mark Ruffalo). La Roberts invece si calera' nei panni di Emma Brookner, una dottoressa che è tra le prime a studiare attentamente quello che all'epoca veniva definito (in maniera discriminatoria) "il cancro dei gay".
Inoltre, nel cast anche Alec Baldwin,Matt Bomer e Jim Parsons.
A produrre, c'e' la Plan B di Brad Pitt.

Perché vedere The Normal Heart che andrà in onda su Sky Cinema Uno Italia (canale 301) il 22 settembre alle 21.10?
Perché no?
Non si può nel 2014 chiudere gli occhi su un problema che uccide o rovina la vita di tantissime persone in tutto il mondo.
Questo problema si chiama AIDS, colpisce indiscriminatamente persone eterosessuali e omosessuali di qualsiasi ceto sociale e paese, condizionando le loro esistenze per sempre.
Il film non solo ha un ottimo cast, ma è forte e colpisce dritto al cuore, racconta quello che è accaduto nel lontano 1981 e che si ripercuote tuttora sul nostro piccolo mondo.
Questa storia aiuta a capire meglio che cos’è l’AIDS, aiuta a non discriminare, tocca i cuori e le menti delle persone disposte ad ascoltare e imparare qualcosa.
Io l’ho già visto, perché esiste una versione sottotitolata, posso dirvi che è bellissimo e che alla fine vi ritroverete a piangere come è capitato a me (che sono un po’ di parte perché questo film mi riguarda da vicino).

Perciò scusate se stavolta faccio un po’ di propaganda stile Catone, ma anziché vedere i soliti noiosi programmi, guardate questo film.

Grazie nonna Bea 

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